martedì 29 dicembre 2015

Jo Nesbo - Lo spettro


Ho appena finito di leggere il penultimo libro di Jo Nesbo – “Lo spettro”. In questo capitolo della saga, Harry Hole, dopo il suo addio al corpo di polizia e dopo tre anni di auto-esilio ad Hong Kong, è costretto a tornare nella sua Oslo perché Oleg, il figlio di Rakel (la donna che era riuscita a tirarlo fuori dal tunnel), è accusato di omicidio, un buon motivo per ritornare visto come entrambi si fossero affezionati l'uno all'altro. Come al solito ci troviamo di fronte a diversi protagonisti legati tra loro, un pilota di aerei di linea cocainomane e oberato dai debiti che si “presta” a fare il corriere della droga lungo le rotte internazionali, una nuova droga, la “violina”, più economica rispetto ad altre droghe ma con maggiore effetto stupefacente e in grado di creare più dipendenza, Gusto, che da piccolo spacciatore diventa il nuovo referente per la vendita di questa droga e che viene trovato ucciso, forse proprio da Oleg, un nuovo cartello della droga che sbaraglia in maniera più o meno “elegante” la concorrenza, un poliziotto corrotto, Sergej, designato ad uccidere il nostro eroe, e un ratto femmina, che deve andare ad allattare i suoi piccoli, ma trova il corpo di Gusto lungo la sua strada, …..storie parallele che inevitabilmente andranno a collidere perché tutte hanno un comune denominatore. Hole, avendo lasciato il corpo di polizia, non può condurre direttamente le indagini, ma una volta iniziato un lavoro non può che portarlo a termine, con tutte le conseguenze che ne.deriveranno. La Norvegia dipinta da Nesbo non sembra corrispondere al paese che immaginavo, e a questo punto mi domando se sia veramente così oppure se la realtà descritta da Nesbo, se cosi possiamo dire, faccia parte di ogni grande città e quindi, anziché descrivere le gesta di Hole a Oslo, Nesbo avrebbe potuto raccontare quelle dell'ispettore Rossi a Milano, di Clouseau a Parigi o di Derrik a Berlino Anche questo libro termina con un colpo di scena clamoroso.


domenica 6 dicembre 2015

Jo Nesbo - Il leopardo


Ecco un altro libro letto di Jo Nesbo, “Il leopardo”. Mi sono avvicinato a questo libro con l'idea che non mi avrebbe stupito più di tanto: ormai sono quasi alla fine della saga del commissario Harry Hole, so che è un poliziotto inviso ai colleghi e tollerato solo per la sua bravura....., cos'altro potrà mai scrivere? L'inizio del libro è alquanto truculento e nel successivo capitolo troviamo il commissario perso sia fisicamente che psicologicamente in una Hong Kong dalle atmosfere cupe come quelle che si vedono nel film “Blade Runner”. Alla fine della lettura Nesbo mi ha convinto che era necessario aggiungere un altro capitolo alla sua saga. “Il leopardo” è un romanzo che ha diversi rimandi al precedente, “L'uomo di neve”, per cui va letto subito dopo per non perdersi tutti i riferimenti al serial killer dell'altra storia. Hole, nonostante abbandoni il corpo di polizia, è e rimane un poliziotto nella profondità della sua anima. E' decisamente fuori dalle righe e gli interessa catturare i criminali piuttosto che il proprio prestigio personale (a differenza del nuovo avversario, interno alla polizia, che si trova a combattere). Nesbo ha trovato la formula per tenermi attaccato a leggere il libro fino alla fine e a farmi venire la voglia di comprare anche il prossimo.