giovedì 28 luglio 2016

Andrea Camilleri - L'altro capo del filo


Ennesima avventura per il Commissario Montalbano. Fa da sottofondo alla storia la tratta dei migranti: anche Vigata è oggetto di sbarco delle navi che recuperano in mare aperto migranti dalle barcarole che tentano la traversata del Mediterraneo. In una sera di sbarchi accade un efferato omicidio: Elena, una sarta del paese, viene uccisa con diversi colpi di forbice. Chi c'è dietro? Chi poteva voler male alla signora?
Nonostante sia il centesimo romanzo di Camilleri, questo è il suo primo libro che leggo ed in particolare il primo della serie sul Commissario Montalbano, pur conoscendo bene il personaggio televisivo (...e il volto di Zingaretti ben si adatta a quello del Commissario....). Sono però rimasto spiazzato dal fatto che sia scritto in dialetto, e questo non lo rende di semplice lettura, specialmente all'inizio, anche se immagino si tratti di un dialetto un po'annacquato. Perché scrivere in dialetto? Per rendere meglio le caratteristiche peculiari del personaggio, della terra e delle persone che lo vivono? Per dimostrare che anche il dialetto è una lingua viva e degna di essere utilizzata in letteratura? Mi piacerebbe poterlo chiedere direttamente a Camilleri.