martedì 26 dicembre 2017

Martin Sixsmith – Philomena


Martin Sixsmith – Philomena (2015, Ed. Piemme, Collana NumeriPrimi)
Trad. C. Proto

Libro che narra una storia veramente accaduta verso la metà del secolo scorso e che trova una soluzione solo verso la fine dello stesso; una storia ambientata tra l'Irlanda cattolica e gli Stati Uniti, i cui protagonisti sono Martin Sixsmith, un giornalista inglese, Philomena Lee e, indirettamente, suo figlio Anthony.
Sixsmith viene a conoscenza di una vicenda umana talmente dolorosa da non credere lui per primo alla sua veridicità. Tuttavia, la curiosità, il fiuto e la fortuna lo portano a scoprire l'esistenza di un commercio di bambini tra gli istituti cattolici irlandesi, dove venivano “rinchiuse” le giovani madri, che avevano concepito nel “peccato”, ed i loro figli frutto di quel “peccato”. I bambini venivano letteralmente venduti a ricche coppie americane ed è superfluo dire che la vendita non avveniva con il consenso delle madri. Philomena, una di queste giovani madri, non riesce a togliersi dalla mente l'allontanamento forzato dal proprio figlio Anthony e dopo molti anni trova finalmente in Sixsmith un alleato che la può aiutare nella ricerca di quel figlio scomparso dall'età di 3 anni. Le ricerche mettono a nudo un dramma vissuto da molte madri che le istituzioni religiose e politiche hanno fino all'ultimo negato. Philomena scopre anche il dramma vissuto da Anthony, che non aveva mai dimenticato sua madre, tanto da passare la vita alla ricerca delle proprie origini, di quei luoghi che si erano fermamente impressi nei suoi ricordi di bambino.

Dal libro è stato tratto anche un film, che anziché semplificarne la storia la arricchisce con alcuni caratteri dei personaggi. Colpisce la serenità della protagonista, ancora più evidente nel film rispetto al libro, che, nonostante le sofferenze patite, non è mossa da alcuna vendetta nei confronti dell'istituto ma solo dall'amore sincero che una madre prova per il proprio bambino.










venerdì 1 dicembre 2017

Liza Marklund – I dodici sospetti



Liza Marklund – I dodici sospetti (2015 ed. Marsilio, Collana Farfalle)
Trad. L. Cangemi 

Una sera piovosa d'estate, al termine della registrazione di un programma d'intrattenimento in un castello vicino a Stoccolma, la conduttrice viene trovata morta all'interno di un “ob-van”. Al castello sono rimaste dodici persone, ognuna delle quali con un risentimento specifico nei confronti della star, e che diventano quindi tutte sospettate dell'omicidio. C'è la direttrice di produzione invidiosa, il manager appena licenziato, il direttore della televisione che ha appena fatto fuori la presentatrice per gli scarsi risultati dei suoi programmi, e così via. Se poi ci aggiungiamo che tutti i personaggi erano ubriachi e nessuno ha un ricordo limpido della serata il mistero è servito a puntino. Annika Bengtzon, una giornalista d'inchiesta, si trova così a dover partire per il castello durante la festa di mezza estate, litigando con il compagno e mettendo a nudo tutte le sue insicurezze di donna, di moglie e di madre, ma ben consapevole del proprio lavoro e delle proprie capacità critiche e per questo invisa da alcuni colleghi in quanto la “preferita” dal condirettore Schyman.
La Marklund riesce a mantenere viva l'attenzione portando avanti le indagini, la vita privata di Annika e le vicende del giornale senza perdere colpi o confondere il lettore. L''unico dubbio è l'impressione di aver già letto qualcosa di simile nei grandi gialli del passato. Altro discorso è il ritratto della Svezia che la Marklund ci offre: sbornie di gruppo, il marito di Annika che si ubriaca anche a metà settimana, il sottobosco neonazista e chi più ne ha più ne metta.

Frasi sottolineate
“Non crederete che io ...” “A credere si va in chiesa” lo interruppe il poliziotto.
“Già. Pensi che prima o poi riuscirò mai a finire?” “Prima o poi si finisce sempre” rispose lui, sedendosi su un armadietto d'archivio. “L'importante è fare tutto per bene”.