2010, Ed. Marsilio, Collana Tascabili maxi.
Gialli, trad. L. Cangemi
In occasione del trentennale dell'attentato alla
base aerea di Lulea, in Svezia, Annika Bengtzon, giornalista di
inchiesta, intende effettuare un reportage in cui ripercorrere la
vicenda, che ha ancora diversi lati oscuri, e gli eventuali mandanti
ed esecutori. Per questo reportage Annika prende contatto con un
giornalista di una locale testata, che ha dedicato tutta la sua vita
professionale alla vicenda. Purtroppo la sera prima dell'incontro tra
i due, il giornalista viene investito da un'auto mentre torna a casa
e l'incidente viene liquidato come l'opera di un pirata della strada.
Annika scopre, però, dalla presenza di un testimone oculare, che non
si è trattato affatto di una fatalità ma di un investimento
volontario, tanto che il presunto pirata, dopo aver investito il
giornalista, lo investe di nuovo passandoci sopra una seconda ed una
terza volta..... Annika inizia così le sue indagini, che la
porteranno alla scoperta di una cellula terroristica attiva in quegli
anni e che....
Annika non è solo una brava reporter ma è anche
una mamma ed una moglie, e proprio su questo fronte deve condurre
un'altra indagine che ha come oggetto la propria vita personale: suo
marito la sta tradendo con una collaboratrice. La protagonista è
quindi in perenne lotta per dimostrare il proprio valore sia come
reporter (le conclusioni a cui arriva sono talmente scottanti e sul
momento poco convincenti da avere contro tutta la redazione), che
come donna, vedendo nel tradimento del marito una sua mancanza, che,
infine, come madre, perché non riesce a dedicare il tempo che
vorrebbe ai suoi bambini.
La testardaggine, l'intuito e la costanza fanno di
Annika un personaggio che può sembrare inossidabile, un vero e
proprio caterpillar, ma che la Marklund ci rende umano, vicino al
lettore, mettendo in evidenza tutte le sue fragilità e le sue
insicurezze.
Frase sottolineata
“… libertà. La tirannide del nostro tempo.”