giovedì 13 settembre 2018

Liza Marklund – Il testamento di Nobel

(ed. Farfalle Marsilio i gialli, trad. Laura Cangemi)


Durante il banchetto offerto in onore dei nuovi premi Nobel per la medicina una donna sicario ferisce il neo premio Nobel ed uccide la presidentessa della commissione, il tutto davanti agli occhi di Annika Bengtzon, che, essendo testimone oculare, non potrà scrivere ciò che ha visto. Le indagini, all'indomani degli attentati dell'11 Settembre in America, prendono subito la strada dell'atto terroristico promosso ad Al Quaeda, dato che il premio Nobel è un israeliano. Annika, però, non ne sembra molto convinta: il sicario ha sbagliato obiettivo oppure no?
Sul lato familiare la riconciliazione dopo il tradimento del marito con una collega ha lasciato degli strascichi: Annika da una parte è felice di averlo riconquistato, dall'altra sente comunque ancora una ferita che brucia troppo. Per non farsi mancare niente, poi, il suo giornale la mette in congedo per sei mesi, dato che non potrà scrivere sulla vicenda della notte dei Nobel. Tutti questi eventi non fanno che aumentare il suo senso di inadeguatezza nei confronti di se stessa come moglie, come madre, come giornalista, e, a complicare il tutto, vi è il trasloco presso la nuova casa, in una zona residenziale di alto livello ma con un vicino particolarmente “odioso”.


La Marklund porta avanti la carriera e la vita personale della Bengtzon in maniera egregia: non una eroina, ma una donna intelligente, piena di fragilità, di sensi di colpa, che al momento del bisogno riesce a tirare fuori il meglio di sé e a dare attenzione a chi le sta intorno ... casa nuova compresa. Non aggiungo altro per non sciupare la lettura del libro.



Frasi sottolineate
- Non è mai troppo arrendersi.
- Chi dice che la felicità non si può comprare non frequenta i negozi giusti.
- Non è mai difficile alzarsi la mattina quando infuria la guerra. E' solo in tempo di pace che si vorrebbe stendersi a terra e morire.


Il testamento di Nobel
Il testamento di Nobel