Chris
Kyle, Scott McEwen, Jim De Felice - “American sniper. Autobiografia
del cecchino più letale della storia americana”, trad. S. Crimi,
L. Tasso, G. Zucca
“American
sniper” è un libro che ho scoperto solo dopo aver visto il film
diretto da Clint Eastwood, quest'ultimo decisamente migliore del
libro. Il buon vecchio Clint è riuscito ha smussare molti aspetti
“critici” del personaggio, forse così da creare meno problemi in
sede di distribuzione.
Il
protagonista, Chris Kile, è un po' lo stereotipo del cowboy
americano che, terminata la conquista del West con la vittoria
dell'uomo bianco sui selvaggi pellerossa, va ad esportare la visione
occidentale di come deve essere fatto il mondo. Ai tempi della guerra
fredda i “selvaggi” sono stati i russi e i loro paesi satelliti,
ora sono i terroristi musulmani, i ceceni, ecc., e non è un caso che
proprio il protagonista chiami “selvaggi” i suoi nemici.
Kyle
era un “Navy Seal” (corpo d'elite della marina USA), che credeva
nei valori “Patria, Dio e famiglia”, anche se le ultime due voci
non sono in un ordine preciso (parole dell'autore), per cui tutto
quanto venga ordinato, a testa bassa, deve essere eseguito.
Forse
io sono figlio di un Europa che ha dato alla luce un certo Copernico
o un certo Galileo che sono andati contro quanto era la dottrina
ufficiale dell'epoca; un'Europa che mi ha insegnato che se qualcuno
mi dice di buttarmi nel pozzo di certo ci penso prima di farlo...
Sono un lettore del defunto Terzani, che vedeva nel nemico “l'altro”
che aveva comunque le sue ragioni, lui che è stato il primo italiano
a passare un periodo con i Vietcong, per capire proprio le ragioni
dell'altro, lui che dopo l'attentato dell'11 Settembre è partito per
l'Afghanistan per conoscere proprio questo fantomatico altro, briga
che molti non si sono presi... Per cui non ho proprio lo stesso
ordine di valori del protagonista.
Lo
stile di scrittura è molto semplice e lineare; il libro si legge
bene anche si sofferma su aspetti che potevano essere solo accennati,
ma che sono comunque utili alla comprensione del personaggio e dei
suoi valori. Alla fine, ripeto, decisamente meglio il film del libro.