Einaudi - Stile Libero BIG
Un
professore in pensione viene trovato morto in un sottotetto, una
normale morte da monossido di carbonio, forse. Sul caso si trovano ad
indagare il magistrato di turno Claudio de Carolis, assistito da
Gargiulo, un carabiniere che viene puntualmente umiliato dal primo.
Ad accompagnarli c’è Gelsomina Settembre, detta Mina, impiegata
presso un consultorio pubblico in un rione popolare di Napoli, ed ex
del magistrato De Carolis.
Un
giorno una vedova di un boss locale incontra Mina affinché indaghi
meglio sulla morte del professore in quanto il figlio potrebbe essere
in qualche modo coinvolto nella morte del docente.
De
Giovanni riesce a tenere il lettore incollato al libro con una storia
lineare e con battute ironiche sui personaggi, sdrammatizzando con
successo un genere che spesso si prende troppo sul serio.
Frasi
sottolineate
La
memoria subconscia le propose, nitido, il manrovescio della religiosa
quasi fosse appena pervenuto. Non sarà stata forse una risposta
razionalmente accettabile, ma riscuoteva sempre l’effetto di
concludere il dibattito.
I
pregiudizi, eh, dottore? Vedete un individuo sporco, capelli e barba
lunghi, quattro maglioni uno sull’altro, e decidete che dev’essere
anche ignorante e ladro. La paura del diverso, no? La solita storia a
ben guardare.
E
rifletté sul fatto che tutto ciò che si fa ha delle conseguenze,
come anche ciò che si sceglie di non fare. Ma la scelta, pensò, è
un privilegio di pochi. La scelta è sempre difficile, perché nel
prendere qualcosa rinunci per forza a qualcos’altro.
Non
si vuole veder soffrire chi si ama, bella signora. Per questo si
fanno un sacco di sciocchezze.
Leggeva
perché gli piaceva fantasticare. Se guarda uno schermo non immagina,
dottore. Vede le cose e basta. Ma se legge, allora costruisce e
colora e allunga e allarga le cose come vuole. Il ragazzo stava bene
solo quando poteva immaginare.