Ho appena finito di
leggere “Paul e Virginie” di Bernardin de Saint – Pierre. E' un
libricino, o meglio, poco più di un breve racconto ambientato in una
colonia francese, “Ile de France”, intorno al XVIII secolo e
narra la storia di due donne che trovano rifugio in quest'isola dopo
che la società francese in qualche maniera le ha messe al bando, una
perché aveva sposato un uomo di umili origini e l'altra perché
rimasta incinta e abbandonata. Paul e Virginie sono i figli di queste
due donne che crescono come fratelli e s'innamorano in maniera casta
e pura l'uno dell'altra (Virginie di nome e di fatto). E' un racconto
che scorre bene, in cui l'autore fa capire fin dall'inizio l'esito
della storia e dove tra le tante virtù dei protagonisti c'è anche
quella di possedere degli schiavi di colore e “… volergli
bene...”: ne sono passati di anni, oggi non li chiamiamo più
schiavi, magari immigrati o extracomunitari, ma alla fine molti sono
trattati alla stessa maniera di un tempo.
C'è una frase che ho
sottolineato in questo libro che, nonostante sia stata scritta alla
fine del '700, mostra come anche l'animo umano sia poco
cambiato.”...Ma loro respinsero sempre gli inviti in modo cortese e
rispettoso, nella convinzione che i potenti cercano i deboli soltanto
per circondarsi di persone compiacenti e che la compiacenza e'
possibile solo adulando le passioni altrui, buone o cattive che
siano.”
Frase da ricordare
Un buon libro e' un buon
amico.
Bernardin de Saint Pierre
- Paul e Virginie
1787 - 131 pagine -Fabbri
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