Ho appena finito di
leggere “La grande fuga dell'Ottobre Rosso” di Tom Clancy, una
spy story che vede come protagonisti un comandante sovietico di
sommergibili, Marko Ramius, un “semplice” analista della CIA,
Jack Ryan, e “lui”, l'Ottobre Rosso, il sommergibile. Il primo
vuole disertare, il secondo deve convincere tutti, a partire da se
stesso, che il comandante sovietico ha intenzione di disertare, e,
infine, il sommergibile, che è un concentrato di tecnologia atto
all'offesa. Prima del libro ho amato il film, grazie ad
un'interpretazione magistrale di Sean Connery: una storia avvincente
che, purtroppo, nel libro si perde nella descrizione di particolari
che spesso apportano poco alla storia e lo rendono pesante. In altre
circostanze, invece, sono presenti dei retroscena che nel film
vengono solamente accennati, come ad esempio il sommergibile di
soccorso che magicamente compare sull'U.S.S. Dallas. Tra il film ed
il libro decisamente meglio il primo, comunque.
Frasi sottolineate:
Saia insegnò al ragazzo che preparazione, conoscenza e disciplina
mettono in grado di affrontare qualunque pericolo, e che il pericolo
affrontato nel modo giusto è una cosa che non spaventa.