Ho appena finito di
leggere il romanzo “NP” di Banana Yoshimoto. Il libro tratta
dell'intreccio delle storie di diversi personaggi che, in maniera più
o meno consapevole, hanno una relazione tra di loro e che alla fine
riescono a liberarsi dell'angoscia causata dalla morte dello
scrittore che costituisce il nodo centrale di tale intreccio. La
storia narra anche di una serie di racconti, che si interrompono al
97° dei 100 previsti, proprio a causa del suicidio dello scrittore,
e della “riscoperta”, nell'arco di un'estate, di due nuovi
racconti che si concludono poi con il 100°, che non è altro che il
lieto fine dell'intera vicenda.
Della Yoshimoto avevo
già letto il romanzo di esordio, “Kitchen”, che mi piacque molto
ma non così tanto da affrontare un altro suo testo. Tuttavia, in
mancanza di un libro piccolo da leggere che mi potesse stare in
tasca, ho preso questo N.P. senza una grossa convinzione. Devo invece
ammettere che sono riuscito a leggerlo tutto d'un fiato: scorre che è
una meraviglia, nonostante la storia particolare, o meglio, la
complessità degli intrecci che legano i personaggi. La struttura dei
cento racconti (o, come dicono in Giappone, “hyakumonogatari”) mi
fa pensare alla lontana un pò al Decameron del nostro Boccaccio. La
struttura giapponese così concepita ha visto la luce tra il 1603 ed
il 1868, mentre il Decameron è del 1349-1351. Nella versione
giapponese sono racconti narrati per gioco di notte alla sola
presenza di lumini, hanno come tema storie di fantasmi e al termine
di ogni racconto viene spento un lumino. Dopo la lettura dell'ultimo
racconto e lo spegnimento dell'ultimo lumino si manifesta un
fantasma. E' un po' come l'idea di ritrovarsi tra ragazzi e
raccontarsi 10 storie per dieci giorni, ma pensata tre secoli prima.
Frasi da ricordare:
- L'educazione dei figli è un susseguirsi di tentativi e di errori – disse ridendo la mamma.
- Ho sempre pensato che la morte sia meglio della scomparsa perché non ti costringe a vivere con la speranza.
- Tutti inclusi voi e io, abbiamo intorno a noi “persone con problemi”. Persone che camminano portando con sé qualcosa con cui è difficile vivere, che si tratti di un talento speciale o di un handicap. Ma poiché siamo tutti portati, a cominciare da me, a dimenticarci facilmente che qualunque persona in questo mondo ha il diritto di vivere come crede e dove le pare senza dover avere paura di nessuno, ho voluto riaffermare questo diritto con tutte le mie forze, qui e adesso, in questo libro. (Post scriptum di Banana Yoshimoto).