domenica 27 aprile 2025

David Sedaris – Mi raccomando tutti vestiti bene (trad. Matteo Colombo – ed. Mondadori)

 

Confesso che prima di leggere questo libro, David Sedaris mi era completamente sconosciuto. Non è solo una frase di circostanza, ma una realtà che va presa per quello che è. Forse è proprio per questo, non avendo idea di cosa aspettarmi, mi ha davvero colto di sorpresa. In modo positivo, per fortuna.

"Mi raccomando: tutti vestiti bene" è una raccolta di brevi testi autobiografici, sono frammenti di memoria narrati con un tocco comico che spesso sfiora l'assurdo. Sedaris parla di sé, della sua famiglia, della sua infanzia e giovinezza, delle sue stranezze. Lo fa con una voce inconfondibile, ironica ma mai cinica, dissacrante ma profondamente umana.

La famiglia è il fulcro del libro. Una famiglia numerosa, eccentricamente normale. Ogni membro è descritto con attenzione, attraverso aneddoti che a volte sono surreali, altre volte teneri, ma sempre credibili. E nella credibilità – anche quando è distorta dall'ironia – si cela la forza della narrazione. Perché ciò che Sedaris ci mostra non è solo la sua famiglia, ma l'idea stessa di famiglia: le tensioni, le abitudini, i silenzi, le contraddizioni.

C'è un umorismo particolare nelle pagine di questo libro. Un umorismo che non si limita a far ridere, ma invita anche a riflettere. Sedaris ha un talento raro: quello di far luce sugli angoli nascosti della vita quotidiana. Riesce a far emergere piccole verità dalle pieghe delle cose comuni, come se scrivendo cercasse – e forse trovasse – un ordine nel disordine della memoria.

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Frasi sottolineate

A quanto pare non sono in grado di comprendere che le cose importanti per me non lo sono automaticamente anche per gli altri, perciò faccio sempre la figura del missionario, una persona il cui compito è convertire, piuttosto che ascoltare. «Sì, il vostro dio Tiki è molto bello, ma siamo qui per parlare di Gesù.»

Mi raccomando: tutti vestiti bene - David Sedaris - copertina

domenica 20 aprile 2025

Violeta Benini – Voglio venire (ed. Fabbri)

 

Il corpo come territorio da riscoprire: Voglio venire di Violeta Benini

Ho già avuto modo di leggere un libro di Violeta Benini, e ciò che mi ha colpito è stato il suo modo ironico e diretto di affrontare temi complessi, senza mai cadere nella superficialità. In Voglio venire, il tono cambia: rimane diretto, ma diventa più misurato, quasi per sottolineare con maggiore serietà la delicatezza dell’argomento, il piacere sessuale, nella sua accezione più ampia e spesso fraintesa.

Benini si definisce una “divulvatrice”, un neologismo che unisce divulgazione e vulva, e questo già ci fa capire quanto il corpo femminile sia al centro della sua riflessione. Ma non c’è alcuna volontà provocatoria fine a se stessa: c’è piuttosto l’urgenza di restituire dignità e consapevolezza a un aspetto dell’esperienza umana che troppo spesso viene taciuto o messo da parte con imbarazzo.

Il libro affronta in modo sistematico, ma mai noioso, le problematiche legate al piacere, sia maschile che femminile, con un’attenzione particolare al dolore durante i rapporti e al ruolo, spesso trascurato, del pavimento pelvico. Non ci sono ricette miracolose, né toni da guru: l’autrice offre strumenti semplici, esercizi, indicazioni pratiche, ma soprattutto una bussola per orientarsi in un territorio che dovrebbe essere familiare, ma che per molte persone rimane oscuro.

Il messaggio più forte del libro è chiaro, semplice ma potente: provare piacere non è un lusso, è un diritto. E se c’è dolore, non è normale. Può essere affrontato, trattato e compreso. In questo processo, Benini non si propone di sostituirsi ad altri professionisti: indica la strada, ma lascia che siano ginecologi, fisioterapisti e psicologi a intervenire dove necessario. È questa onestà intellettuale che rende il suo lavoro credibile e, soprattutto, utile.

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Voglio venire. Benvenuti orgasmi felici, addio dolore e difficoltà - Violeta Benini,Sara Candida - ebook

domenica 13 aprile 2025

Steve Martin – Un cuore timido (tad. Elena Cantoni - ed. Kowalski)

 

Ci sono libri che raccontano storie uniche, capaci di rimanere nel cuore per la loro delicatezza e profondità. "Un cuore timido" di Steve Martin è uno di questi. Il protagonista, Daniel Pecan Cambridge, è un uomo che si discosta dalla norma, carartterizzato da manie e ossessioni che influenzano ogni suo gesto. Ma dietro questa facciata di una persona apparentemente eccentrica c'è una fragilità vera e propria, una continua ricerca di equilibrio in un mondo che sembra sempre più caotico. Daniel vive seguendo regole che per gli altri possono sembrare incomprensibili. Non può oltrepassare il cordolo del marciapiede se non in condizioni specifiche. La luce nella sua casa deve sempre essere bilanciata: se una lampadina si spegne, un'altra della stessa intensità deve essere accesa. Per lui, non si tratta solo di fissazioni, ma di un modo per dare ordine alla sua vita e tenere sotto controllo l'imprevedibile realtà. Nonostante le sue stranezze, Daniel non è solo un uomo bizzarro. È capace di emozioni profonde, incline all'infatuazione e alla ricerca di amore e comprensione. Il romanzo segue il suo cammino, fatto di piccoli passi, incontri inaspettati e una dolce speranza che emerge tra le sue paure, trovare l'amore. Steve Martin scrive con uno stile semplice e diretto, alternando momenti di leggerezza a riflessioni più profonde. La storia coinvolge il lettore nella mente di Daniel, nelle sue insicurezze e nei suoi desideri. Il finale, poetico e malinconico, ci ricorda che anche chi vive ai margini può trovare il proprio posto nel mondo. E forse, anche qualcuno disposto ad amarlo per quello che è.

Un cuore timido, Steve Martin (Kowalski, 2006) a cura di Serena  Bertogliatti | Liberi di scrivere

domenica 6 aprile 2025

Paola servente - Il problema è che ti penso … (ed. Newton Compton Editori)

Paola Servente ci guida in un territorio che ci è familiare, ma che nasconde insidie: quello delle relazioni umane, con tutte le loro incertezze, contraddizioni e silenzi. In "Il problema è che ti penso…", l’autrice non si limita a narrare una semplice storia d’amore o di attrazione; piuttosto, crea un’indagine profonda sui sentimenti, i desideri e le paure che li accompagnano.

I protagonisti, Martina e Saverio, si ritrovano a lavorare insieme su un progetto estivo, un’esperienza che fin dall’inizio sembra un delicato equilibrio tra diffidenza e curiosità. La loro convivenza forzata diventa così l’occasione per esplorare la complessità delle emozioni umane: ciò che vediamo in superficie può ingannare, i pregiudizi possono offuscare la comprensione, e la sicurezza ostentata può nascondere fragilità profonde.

La scrittura di Servente è fluida e diretta, priva di fronzoli. Con poche parole scelte con cura, riesce a dar vita a personaggi autentici, nei quali è facile riconoscersi. Martina sembra sempre sapere cosa vuole, ma dietro la sua apparente sicurezza si nascondono incertezze e timori. Saverio, d’altro canto, dietro una riservatezza che può sembrare chiusura, rivela un’intensità emotiva sorprendente.

Il “problema” menzionato nel titolo non è solo un pensiero costante per una persona, ma rappresenta qualcosa di più profondo e universale: la difficoltà di comprendere appieno i propri sentimenti, di dare loro un nome senza essere sopraffatti dai dubbi.

Paola ci conduce in un viaggio che, a prima vista, può sembrare leggero e ironico, ma in realtà ci spinge a riflettere su quanto siamo pronti ad ascoltare noi stessi e gli altri.

È un romanzo che intrattiene con intelligenza e ci lascia con una domanda che continua a rimanere nella mente anche dopo aver chiuso l'ultima pagina: siamo davvero in grado di riconoscere ciò che sentiamo?

Frasi sottolineate

Colpo da maestro, va detto: i ragazzini hanno una formidabile velocità di pensiero e di conseguenza di azione-reazione.

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Il problema è che ti penso... - Paola Servente - copertina