Paola Servente ci guida in un territorio che ci è familiare, ma che nasconde insidie: quello delle relazioni umane, con tutte le loro incertezze, contraddizioni e silenzi. In "Il problema è che ti penso…", l’autrice non si limita a narrare una semplice storia d’amore o di attrazione; piuttosto, crea un’indagine profonda sui sentimenti, i desideri e le paure che li accompagnano.
I protagonisti, Martina e Saverio, si ritrovano a lavorare insieme su un progetto estivo, un’esperienza che fin dall’inizio sembra un delicato equilibrio tra diffidenza e curiosità. La loro convivenza forzata diventa così l’occasione per esplorare la complessità delle emozioni umane: ciò che vediamo in superficie può ingannare, i pregiudizi possono offuscare la comprensione, e la sicurezza ostentata può nascondere fragilità profonde.
La scrittura di Servente è fluida e diretta, priva di fronzoli. Con poche parole scelte con cura, riesce a dar vita a personaggi autentici, nei quali è facile riconoscersi. Martina sembra sempre sapere cosa vuole, ma dietro la sua apparente sicurezza si nascondono incertezze e timori. Saverio, d’altro canto, dietro una riservatezza che può sembrare chiusura, rivela un’intensità emotiva sorprendente.
Il “problema” menzionato nel titolo non è solo un pensiero costante per una persona, ma rappresenta qualcosa di più profondo e universale: la difficoltà di comprendere appieno i propri sentimenti, di dare loro un nome senza essere sopraffatti dai dubbi.
Paola ci conduce in un viaggio che, a prima vista, può sembrare leggero e ironico, ma in realtà ci spinge a riflettere su quanto siamo pronti ad ascoltare noi stessi e gli altri.
È un romanzo che intrattiene con intelligenza e ci lascia con una domanda che continua a rimanere nella mente anche dopo aver chiuso l'ultima pagina: siamo davvero in grado di riconoscere ciò che sentiamo?
Frasi sottolineate
Colpo da maestro, va detto: i ragazzini hanno una formidabile velocità di pensiero e di conseguenza di azione-reazione.
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