Ho appena finito di
leggere il libro di Ricardo Guiraldes – “Don Segundo Sombra”-,
un libro definito un capolovaro della letteratura gaucesca. Su questo
non mi esprimo, visto che per ora ho letto solamente questo romanzo.
Posso dire che a me ha ricordato la trilogia della frontiera di
Cormac Mc Carthy: anziché essere ambientato a cavallo, in tutti i
sensi, del confine tra gli Stati Uniti e il Messico, questo di
Guiraldes è ambientato sempre a cavallo ma “solamente” nella
Pampas. E' meno avventuroso rispetto a quelli scritti da Mc Carty e
tra i due preferisco sicuramente il secondo.
Il libro narra le
vicende di un adolescente orfano vessato dalle zie, a cui è
affidato; un giorno incrocia Don Segundo Sombra, un VERO GAUCHO,
carismatico anche se di poche parole: la sola figura suscita
rispetto. Il ragazzo fa in modo e maniera affinché Don Segundo
diventi il suo padrino e insieme girano la Pampas per cinque anni,
durante i quali impara a diventare prima un uomo, poi un vero gaucho,
figura che non è soltanto colui che guida le mandrie ma è anche un
vero e proprio stile di vita, cosa a cui Don Segundo non può
sottrarsi nonostante abbia più di un'opportunità di passare il
resto della sua vita negli agi di una fattoria anziché a cavallo. Da
segnalare le storie raccontate da Don Segundo, che riesce con il suo
carisma a creare talmente bene l'atmosfera dei racconti da far
sembrare ai suoi interlocutori di essere stato un testimone diretto
delle vicende: si veda ad esempio la storia ambientata ai tempi di
Gesù e dei suoi apostoli.
Frasi da ricordare:
“Più che per terra
non posso andare – risponde il domatore a chi scherzando gli
pronostica una caduta; e con ciò intende dire che c'è un limite a
tutto, e che in fondo tutto sta nel non lasciarsi spaventare.”
Arrivare non è, per un
mandriano, che un pretesto per ripartire.
Ricardo Guiraldes - Don Segundo Sombra, Fabbri Editori, 247 pagine.
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