domenica 20 settembre 2015

Henry Fielding - Jonathan Wild il Grande


Ho appena finito di leggere “Jonathan Wild il grande” di Henry Fielding, una biografia che si definisce bene con questa frase tratta dal libro stesso: “Gli invidiosi hanno dunque detto che Sir Wild, incapace pur dopo attentissimo esame, di trovare in un certo luogo della natura umana, chiamato il suo proprio cuore, la minima particella di quella vilissima dote chiamata “onestà”. Il libro narra le gesta di questo “grande” eroe, Sir Wild, realmente esistito, che fin da piccolo si era distinto in tutte le possibili malefatte ai danni del prossimo, diventando così un “conquistadores”, termine elegante di malvivente dedito al furto e al raggiro di tutti quelli che gli stavano intorno, compagni e non. Un personaggio di tal calibro non si tirava mai indietro di fronte ad una falsa testimonianza, anche se questa avrebbe mandato qualcuno sul patibolo. Il tono del libro è fortemente sarcastico, sulla scia di Jerome K. Jerome con i suoi “tre uomini...”, dove vengono raccontate vicende assurde con tono molto serio, anche se in questo caso le vicende assurde sono realmente accadute.

Frasi sottolineate:
“Nulla per certo è più giustamente ridicolo che la condotta di coloro i quali mettono l'agnello sotto i denti del lupo e poi lamentano che esso venga divorato. Quello che è il lupo all'ovile è il grand'uomo nella società. Ora, quando il lupo è padrone d'un ovile, che beneficio può derivare al semplice gregge dal mandarlo via per metterne un altro al suo posto?”...perché leggendo questa frase mi sono venuti in mente i nostri personaggi politici?

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