Ho appena finito di
leggere “Jonathan Wild il grande” di Henry Fielding, una
biografia che si definisce bene con questa frase tratta dal libro
stesso: “Gli invidiosi hanno dunque detto che Sir Wild, incapace
pur dopo attentissimo esame, di trovare in un certo luogo della
natura umana, chiamato il suo proprio cuore, la minima particella di
quella vilissima dote chiamata “onestà”. Il libro narra le gesta
di questo “grande” eroe, Sir Wild, realmente esistito, che fin da
piccolo si era distinto in tutte le possibili malefatte ai danni del
prossimo, diventando così un “conquistadores”, termine elegante
di malvivente dedito al furto e al raggiro di tutti quelli che gli
stavano intorno, compagni e non. Un personaggio di tal calibro non si
tirava mai indietro di fronte ad una falsa testimonianza, anche se
questa avrebbe mandato qualcuno sul patibolo. Il tono del libro è
fortemente sarcastico, sulla scia di Jerome K. Jerome con i suoi “tre
uomini...”, dove vengono raccontate vicende assurde con tono molto
serio, anche se in questo caso le vicende assurde sono realmente
accadute.
Frasi sottolineate:
“Nulla per certo è
più giustamente ridicolo che la condotta di coloro i quali mettono
l'agnello sotto i denti del lupo e poi lamentano che esso venga
divorato. Quello che è il lupo all'ovile è il grand'uomo nella
società. Ora, quando il lupo è padrone d'un ovile, che beneficio
può derivare al semplice gregge dal mandarlo via per metterne un
altro al suo posto?”...perché leggendo questa frase mi sono venuti
in mente i nostri personaggi politici?
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