Libro nella collana
Super ET, edizione italiana del 2011. L'autore è uno sceneggiatore e
regista francese; come scrittore ha avuto riconoscimenti, seppur
tardivi, anche in Italia. Il libro è un viaggio attraverso una presa
diretta della morte, che lo ha visto testimone di due eventi tragici:
il dramma dello tsunami, evento che tutti abbiamo visto e letto,
descritto in un modo che lo rende ancora più drammatico, e un fatto
accaduto poco dopo, e che poi è stato quello che lo ha fatto
decidere a scrivere il libro, la morte della cognata Juliette a
seguito di un tumore. L'autore non ha un approccio morboso sul dolore
e non si accanisce sui particolari del decorso della malattia della
cognata, ma lo descrive come un suo viaggio personale nelle “Vite
che non sono ...” la sua. Della cognata utilizza in maniera
magistrale le testimonianze del collega Etienne, del marito Patrice,
e dei genitori, che naturalmente descrivono ciascuno i loro rapporti
con Juliette.
Un libro che tratta un
argomento per niente semplice ma scritto in maniera delicata.
Frasi sottolineate
...non aspira alla
modestia ed è per questo, dice, che non ha mai paura di chiedere
quando non sa, né di copiare da quanti sanno meglio di lui.
(parlando di Etienne).
Etienne: Capiva, certo,
ma invece di dire quello che chiunque altro al posto suo avrebbe
detto: chi parla di morire? Hai un'embolia polmonare, non un cancro,
stai tranquilla, ha detto: se muori, loro non ne moriranno.
Juliette: Non è
possibile. Hanno troppo bisogno di me. Nessuno le amerà mai quanto
le amo io.
Etienne: E tu che ne
sai? Sei proprio presuntuosa. Spero che tu non muoia adesso ma se
fosse il caso dovrai lavorare, non solo per dirti, ma per pensare
davvero: la loro vita non finirà con me. Anche senza di me, loro
potranno essere felici. Rimboccati le maniche.
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