lunedì 5 febbraio 2018

Daniel Pennac - Kamo


(Einaudi Scuola, ed. 1996, trad. Paola Novarese)

Libro composto da tre racconti: “L'Agenzia Babele”, “L'evasione di Kamo” e “Io e Kamo”. Il protagonista, manco a dirlo, è Kamo , un ragazzo orfano di padre, con una madre eccentrica, Tatiana, ed un amico, che è poi l'io narrante dei racconti. Nel primo racconto la madre di Kamo, con un abile stratagemma, riesce a far imparare al proprio figlio l'inglese in soli 3 mesi;. Nel secondo racconto, durante un'assenza della mamma, Kamo è ospitato a casa dell'amico e una sera ha un terribile incidente in bicicletta, che lo porta a lottare tra la vita e la morte. La dinamica dell'incidente presenta delle sconcertanti analogie con un incidente accaduto ad un suo bisnonno, anche lui di nome Kamo. Infine nel terzo racconto i nostri due protagonisti sono alle prese con il professore di francese che assegna ogni settimana un tema, ma questa volta il titolo sembra letteralmente impossibile, tanto da “trasformare” sia gli alunni che le famiglie e persino il professore.
Pennac scrive storie che possono essere sia da ragazzi che da adulti e anche io ricordo di avere conosciuto un “Kamo” nelle scuole frequentate: ho vissuto la solidarietà tra studenti, il rapporto genitore-figlio e mi è capitato da adolescente di pensare a come potrebbe essere la vita da adulti. Pennac, insomma, è riuscito a farmi tornare alla mente tanti aneddoti legati alla mia vita di studente.

Frasi sottolineate:
I litigi sono come gli inverni, ognuno rimane chiuso nella propria casa, in solitudine. Fu un lungo inverno.

Le cose non avvengono mai senza che ci si domandi il perché. Gli avvenimenti urlano. Esigono una spiegazione. Voglio un colpevole.


Nessun commento:

Posta un commento