(Einaudi Scuola, ed.
1996, trad. Paola Novarese)
Libro composto da tre
racconti: “L'Agenzia Babele”, “L'evasione di Kamo” e “Io e
Kamo”. Il protagonista, manco a dirlo, è Kamo , un ragazzo orfano
di padre, con una madre eccentrica, Tatiana, ed un amico, che è poi
l'io narrante dei racconti. Nel primo racconto la madre di Kamo, con
un abile stratagemma, riesce a far imparare al proprio figlio
l'inglese in soli 3 mesi;. Nel secondo racconto, durante un'assenza
della mamma, Kamo è ospitato a casa dell'amico e una sera ha un
terribile incidente in bicicletta, che lo porta a lottare tra la vita
e la morte. La dinamica dell'incidente
presenta delle sconcertanti analogie con un incidente accaduto ad un
suo bisnonno, anche lui di nome Kamo. Infine nel terzo racconto i
nostri due protagonisti sono alle prese con il professore di francese
che assegna ogni settimana un tema, ma
questa volta il titolo sembra letteralmente impossibile, tanto da
“trasformare” sia gli alunni che le famiglie e persino il
professore.
Pennac scrive storie
che possono essere sia da ragazzi che da adulti e
anche io ricordo di avere
conosciuto un “Kamo” nelle scuole frequentate: ho vissuto la
solidarietà tra studenti, il rapporto genitore-figlio e mi è
capitato da adolescente di pensare a come potrebbe essere la vita da
adulti. Pennac, insomma, è riuscito a farmi tornare alla mente tanti
aneddoti legati alla mia vita di studente.
Frasi sottolineate:
I litigi sono come gli
inverni, ognuno rimane chiuso nella propria casa, in solitudine. Fu
un lungo inverno.
Le cose non avvengono
mai senza che ci si domandi il perché. Gli avvenimenti urlano.
Esigono una spiegazione. Voglio un colpevole.
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