domenica 18 novembre 2018

Antonio Manzini - La Giostra dei criceti

(Sellerio Editore Palermo)

In una Roma cupa di periferia si intrecciano le storie di René, di suo fratello Dario, e di un piano per far risparmiare i soldi all'INPS.
René è un malvivente che le patrie galere conoscono bene e che, durante un periodo in cui è libero, attua insieme ad altri tre complici una rapina. La fuga non è come era stata programmata: René viene intercettato e arrestato da una pattuglia dei Carabinieri. Ben presto, però, si rende conto che non si tratta di veri tutori dell'ordine ma dei componenti di un'altra banda criminale. René ed i suoi amici, infatti, involontariamente avevano fatto una rapina in una filiale di una banca dove era pianificato un colpo ben più cospicuo…. Del resto, però, coloro che “lavorano” nel settore delle rapine sono un po' tutti colleghi, e così la questione viene “chiarita”.
Dario, fratello di René, è un semplice impiegato dell'INPS che, però, quando non ce la fa più a ingoiare bocconi amari, fa uscire la “tigre” che ha nello stomaco “sbranando” il malcapitato di turno. I problemi per Dario iniziano quando casualmente rinviene i soldi della rapina fatta da René e se ne impossessa, scatenando ovviamente una serie di sospetti e accuse tra le bande di malviventi. Sul finale, comunque, la “tigre” risolve il problema...o almeno così sembra.
Le vicende nella loro articolazione si seguono bene, anche se la parte relativa all'INPS, di cui volontariamente non descrivo niente, è curiosa ma staccata dal resto della storia: Manzini avrebbe potuto farne tranquillamente un altro libro.


Frase sottlineata
René durante uno scambio con un appuntato dei Carabinieri lo sfida minacciandolo di fargliela pagare una volta uscito di prigione, l'appuntato chiede cosa glielo impedisca di farlo subito e René risponde: “Tua madre. Potrebbe essere pure la mia, lo sai? Mio papà da giovane andava spesso a mignotte”.

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