La
nave di Teseo trad. Vincenzo Vega
Florent-Claude
Labrouste è un 46enne che lavora come analista esterno per il
ministero dell’agricoltura francese, redigendo analisi che
dovrebbero servire ai rappresentanti del ministero in sede di
trattative con la UE. Il protagonista non è contento di se stesso
già a partire dal proprio nome: lo considera poco virile. Crescendo,
assume la consapevolezza che: “Non facevo parte di quelli che
lasciano tracce indelebili nella storia, e nemmeno nella memoria dei
loro contemporanei”. Una forte depressione, prima, e la scoperta
dei tradimenti della propria compagna giapponese, molto più giovane
di lui, in gang bang persino con animali, poi, fanno si che
Florent-Claude provi un nuovo prodotto farmaceutico, il “Captrix”.
Tutte queste vicende messe insieme lo portano ad allontanarsi
volontariamente dalla società.
Di
Houellebecq avevo già apprezzato “Sottomissione” e anche in
questo caso si conferma uno scrittore politicamente scorretto che
scrive e argomenta tramite i pensieri di Florent-Claude, che non è
possibile non condividere ma che sono, appunto, politicamente
scorretti sia per come vengono concepiti che per come sono espressi.
Per quanto riguarda il protagonista, possiamo ridurre la sua storia
personale, oltre che con la frase già citata sopra, anche con uno
“Scusami per il disturbo” sempre espresso da Florent-Claude.
Frasi sottolineate
Le
buone idee sono sempre semplici
...i
soldi non avevano mai ricompensato il lavoro...
Le
persone costruiscono esse stesse il meccanismo della proprio
infelicità, caricano al massimo la molla e poi il meccanismo della
propria infelicità, caricano la molla e poi il meccanismo continua a
girare, ineluttabilmente, con qualche intoppo, qualche rallentamento
se s’intromette la malattia, ma continua a girare fino alla fine,
fino all’ultimo secondo.
Aveva
avuto scelta? Qualcuno ha mai scelta? Su quel tema avevo qualche
dubbio.
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