Jocelyne Saucier, con Piovevano uccelli, ci regala un romanzo che affonda nelle profondità dell’animo umano, esplorando libertà, memoria e il legame indissolubile tra uomo e natura. Ambientato nelle maestose foreste dell’Ontario, questo libro è un viaggio in un mondo sospeso nel tempo, dove un gruppo di anziani ha scelto di isolarsi dalla società. Lontani dalle regole e dai condizionamenti, questi uomini hanno deciso di sparire, di farsi dimenticare. E nella solitudine della natura hanno trovato pace, una pace che per loro è l’unica possibile.
La quotidianità di questo microcosmo, scandita dai silenzi e dai ritmi della foresta, viene però sconvolta dall’arrivo di due donne, ciascuna con il proprio bagaglio di storie e segreti. La prima è una fotografa, mossa dal desiderio di far emergere una tragedia dimenticata: i devastanti incendi di Matheson, che hanno lasciato cicatrici indelebili nella storia della regione. La seconda è un’anziana donna, il cui passato si rivela poco a poco, come una vecchia fotografia che prende forma lentamente. Le loro presenze diventano un catalizzatore, capace di far riaffiorare segreti, spezzare equilibri e, al contempo, svelare la profonda umanità nascosta negli anziani protagonisti.
Gli incendi di Matheson, realmente accaduti, non sono solo un elemento narrativo, ma il cuore simbolico del romanzo. Simboleggiano la distruzione e la resilienza, il potere della memoria e la capacità di affrontare il dolore. Ogni personaggio porta con sé una ferita, un ricordo irrisolto, e tra loro spicca la figura di Ted, il leggendario sopravvissuto. La sua storia, però, rimane avvolta nel mistero, raccontata solo attraverso le parole degli altri: Ted muore poco prima dell’arrivo della fotografa, lasciando dietro di sé più domande che risposte.
La scrittura di Saucier è pura poesia. Essenziale, luminosa, ogni parola è dosata con maestria. Le descrizioni della foresta non sono semplici immagini: sono suoni, odori, sensazioni che trasportano il lettore in quel luogo remoto e incantato. Qui, il paesaggio si fonde con le emozioni, in un intreccio inscindibile tra esterno e interno, tra natura e introspezione. È in questa armonia che risiede la forza del romanzo.
Piovevano uccelli non urla, ma dice moltissimo. È una riflessione sulla vecchiaia, sulla libertà di scegliere come vivere e, forse, come morire. È un invito a fermarsi, ad ascoltare il silenzio, a vedere la vita da una nuova prospettiva. È una lettura che tocca corde profonde, che resta dentro a lungo dopo l’ultima pagina.
Se cercate un libro che vada oltre la trama, che vi offra un’esperienza emotiva e un viaggio interiore, Piovevano uccelli è la scelta perfetta. Un romanzo indimenticabile, che parla al cuore e alla mente con rara delicatezza.
Frasi sottolineate
“Piscio bene come chiunque altro. I dottori non sono dei maghi, fanno errori come tutti quanti. Il mio si è sbagliato.”
Il sorriso, nelle persone che non hanno l’abitudine di farne, è un momento di rara bellezza. Illumina tutto il viso.
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