martedì 7 ottobre 2014

Pochi inutili nascondigli - G. Faletti


Ho appena finito di leggere il libro “Pochi inutili nascondigli” di Giorgio Faletti, scelta che è stata condizionata dalla recente scomparsa di questo autore poliedrico (morto il 4 luglio di quest'anno). Dopo aver letto, con entusiasmo, “Io uccido” e “Niente di vero tranne gli occhi”; ho voluto leggere anche questa sua opera che è una raccolta di racconti, sette per l'esattezza, che trattano della “signora vestita di nero”, che tuttavia, per le diverse occasioni, indossa un abito rosso oppure è un uomo con un panciotto vistoso con in bocca un lecca-lecca o addirittura veste i panni di un licantropo. In linea con i due libri che ho letto in precedenza, si tratta di racconti dove c'è una tinta di giallo e dove la morte gioca con i protagonisti, in alcuni casi li alletta per poi prenderli con sé, con un tocco di surrealismo che li rende particolari e non banali. Devo fare due note, una sul racconto, “Graffiti”, che vede come protagonista un professore delle superiori frustrato al quale hanno rifiutato un'opera prima e che “Odiava il suo lavoro che lo costringeva a stare seduto a sorvegliare una massa di larve che cercava disperatamente di finire il compito in classe prima di quella stramaledetta campana che non suonava, non suonava, non suon...”: questo è il filo conduttore nel suo rapporto con il proprio lavoro, con la propria vita,: Ad un certo punto prende il coraggio, ma non per riscattarsi di una vita mediocre come si potrebbe pensare, ma per compiere un gesto che ne mostra ancora di più la mediocrità , che quindi non è data dalla scuola, dai ragazzi , ma è proprio insita nel personaggio... Che tristezza mi ha fatto, perché ne vedo quotidianamente intorno a me di questi personaggi. L'altra nota è sui ringraziamenti dell'autore, in cui ho letto il lato ironico di Faletti con il quale si e' fatto conoscere al pubblico: “Porco mondo”.

Giorgio Faletti – Pochi inutili nascondigli
2014, 376 pagine, edizioni Baldini & Castoldi

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