lunedì 5 dicembre 2022

Maurizio de Giovanni - Troppo freddo per settembre

 Einaudi - Stile Libero BIG

Un professore in pensione viene trovato morto in un sottotetto, una normale morte da monossido di carbonio, forse. Sul caso si trovano ad indagare il magistrato di turno Claudio de Carolis, assistito da Gargiulo, un carabiniere che viene puntualmente umiliato dal primo. Ad accompagnarli c’è Gelsomina Settembre, detta Mina, impiegata presso un consultorio pubblico in un rione popolare di Napoli, ed ex del magistrato De Carolis.

Un giorno una vedova di un boss locale incontra Mina affinché indaghi meglio sulla morte del professore in quanto il figlio potrebbe essere in qualche modo coinvolto nella morte del docente.

De Giovanni riesce a tenere il lettore incollato al libro con una storia lineare e con battute ironiche sui personaggi, sdrammatizzando con successo un genere che spesso si prende troppo sul serio.

 

Frasi sottolineate

La memoria subconscia le propose, nitido, il manrovescio della religiosa quasi fosse appena pervenuto. Non sarà stata forse una risposta razionalmente accettabile, ma riscuoteva sempre l’effetto di concludere il dibattito.

I pregiudizi, eh, dottore? Vedete un individuo sporco, capelli e barba lunghi, quattro maglioni uno sull’altro, e decidete che dev’essere anche ignorante e ladro. La paura del diverso, no? La solita storia a ben guardare.

E rifletté sul fatto che tutto ciò che si fa ha delle conseguenze, come anche ciò che si sceglie di non fare. Ma la scelta, pensò, è un privilegio di pochi. La scelta è sempre difficile, perché nel prendere qualcosa rinunci per forza a qualcos’altro.

Non si vuole veder soffrire chi si ama, bella signora. Per questo si fanno un sacco di sciocchezze.

Leggeva perché gli piaceva fantasticare. Se guarda uno schermo non immagina, dottore. Vede le cose e basta. Ma se legge, allora costruisce e colora e allunga e allarga le cose come vuole. Il ragazzo stava bene solo quando poteva immaginare.

 


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