domenica 26 marzo 2023

Murakami Haruki - L’assassinio del commendatore (edizione integrale) - Einaudi

 Traduttrice Antonietta Pastore e illustrazioni di Noma Bar

Il libro inizia con la separazione dalla moglie del protagonista, che decide consequentemente di partire per un periodo di “vagabondaggio” tra le isole del Giappone. Al ritorno, viene ospitato a casa di un grande pittore giapponese, Amada Tomohiko, messa a disposizione dal figlio, suo amico, e rimasta vuota da quando il padre è deceduto.

Il protagonista è un ritrattista su commissione, il quale riesce a portare su tela l’animo delle persone che dipinge, però, in questo momento di crisi in cui mette in discussione tutta la sua vita, decide di non mettere piú a disposizione questa sua dote, fonte iniziale del suo successo come ritrattista.

La sua storia comincia a ripartire quando viene contattato da un personaggio, Menshiki: uomo benestante, ma misterioso, che gli offre una cifra spropositata per farsi fare un ritratto: una cifra che non si può rifiutare.

Nello svolgimento della storia il protagonista fa due scoperte: una campanella che suona puntualmente tutte le notti, dal fondo di una buca nel giardino, e un dipinto attribuito ad Amada Tomohiko, “L’assassinio del commendatore”, ben impacchettato e nascosto nel sottotetto della casa. Il quadro, riportante una scena cruda, è dipinto nello stile nihonga, stile che però non ha reso famoso Tomohiko.

La storia si sviluppa intorno al quadro “L’assassinio del Commendatore”, ma al tempo stesso, comincia anche il viaggio del protagonista attraverso un mondo sconosciuto che “scorre nello spiraglio fra la realtà e il nulla.” e che porta il protagonista ad un processo di introspezione.

In Murakami, il mondo onirico e quello reale, sono sempre perfettamente incastonati l’uno nell’altro. Il viaggio che percorre il protagonista del libro, è anche il viaggio del lettore e costringe entrambi a mettersi di fronte a sé stessi.

Frasi sottolineate

A saper guardare in fondo all’animo, in qualunque essere umano c’è una luce che brilla. Quando la si trova, se la superficie è appannata (e credo siano i casi più frequenti), occorre pulirla per bene con una stoffa. E così alla fine, quella luce finisce col brillare anche nell’opera.

Pure a me piacerebbe capirmi. Ma non è facile.

Il risultato è una realtà, visibile a tutti, ed esercita un’influenza. Le cause che hanno portato a quel risultato invece non sono facili da determinare ... Ovviamente delle cause ci sono sempre.

Senza cause non c’è risultato.

La bellezza della natura si offre equamente a tutti, poveri e ricchi, senza fare discriminazioni.

Come il tempo... anzi no, per il tempo non funziona così; con i soldi, i ricchi possono comprarsi quanto tempo vogliono.

Il tempo a volte ci ruba delle cose, a volte ce le regala.

Non desidero affatto sapere quello che posso tranquillamente ignorare.

Ma esiste realmente, a questo mondo, la cosa giusta da fare, la cosa davvero giusta? O davvero sbagliata?

L' assassinio del Commendatore. Edizione integrale - Haruki Murakami - copertina

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