Cos’è, in fondo, la dipendenza affettiva? Non si tratta solo di un attaccamento eccessivo. È qualcosa di più sottile e insidioso: la necessità dell’altro come unica fonte di significato, anche quando l’altro non è realmente presente. O, peggio ancora, quando c’è, ma solo in modo superficiale.
Susi, la protagonista di questa storia, una donna sposata con un passato sentimentale piuttosto turbolento, incontra Mario. È completamente diverso da lei: per estrazione sociale, modo di pensare, persino nel suo approccio alla vita. Eppure, Susi si innamora. Così tanto da mettere in discussione tutto: se stessa, il suo matrimonio, la sua vita.
Mario, però, è chiaro: ama un’altra persona. Ma questo non gli impedisce di frequentare Susi, di lasciarsi desiderare. Lei si aggrappa a ciò che c’è, e a ciò che spera ci sia. Fino a quando la verità, come spesso accade, non si presenta senza mezzi termini.
È su questo terreno che si muove Rossana Campo in "Fare l’amore". Un romanzo breve, scritto in prima persona, che ha il tono di una confidenza e il ritmo spezzato dei pensieri che emergono nelle notti insonni. La protagonista cammina per le strade di Parigi, ma più che altro attraversa la geografia interiore del rimpianto, della solitudine e di un desiderio che non si lascia domare.
La scrittura è diretta e sincera. Non c’è compiacimento né dramma gratuito. Campo riesce a rendere poetica anche la disfatta emotiva, senza mai farla sembrare artificiale. Non offre risposte né morali. Solo uno sguardo chiaro, a volte spietato, sulla verità delle relazioni quando l’amore diventa un pretesto per non guardarsi davvero dentro.
A chi consiglio questo libro? A chi ha sperimentato l’ambiguità di certi legami. A chi comprende che amare, a volte, è solo una forma più raffinata di dipendenza. A chi cerca nella letteratura non un rifugio, ma una chiarezza.
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