domenica 26 ottobre 2025

Gessica Notaro – Nata sotto una buona Stella (ed. Mondadori)

 

Ci sono storie che conosciamo già, almeno a grandi linee. Storie di cronaca, raccontate e consumate dai media, che rischiano di ridursi a una data, a un volto, a una tragedia. Quella di Gessica Notaro è una di queste. Eppure, in "Nata sotto una buona stella", la sua voce riesce a restituire profondità e verità a ciò che spesso è stato solo un rumore di fondo.

Gessica racconta la sua vita con una sincerità disarmante. Dalla perdita precoce del fratello, del padre, alla passione per l’equitazione e per gli animali, un amore che la accompagna per tutta la vita, fino a quella relazione sbagliata, lenta e tossica, che si trasforma in una prigione. All’inizio c’è l’amore, o qualcosa che gli somiglia. Poi arrivano i segnali disfunzionali, i piccoli abusi quotidiani che erodono la libertà. Lei non li riconosce subito. Lui stringe un cappio invisibile, fatto di parole, di controllo, di paura. Fino a quando la violenza esplode in tutta la sua ferocia.

Con il senno di poi, è facile giudicare. Ma Gessica, in queste pagine, non chiede giudizio. Chiede comprensione, consapevolezza. Racconta per mettere in guardia chi si riconosce nelle stesse dinamiche e per tendere una mano a chi non riesce ancora a liberarsi, o a chi ce l’ha fatta ma fatica a ritrovarsi.

Il libro non è un catalogo di dolore. È piuttosto un diario di rinascita, un viaggio interiore che attraversa la violenza, la fede, la paura, fino alla possibilità di ricominciare. Scrivendo, Gessica compie un atto di coraggio doppio: rivive la ferita e, allo stesso tempo, la trasforma in testimonianza.

Gessica Notaro – Nata sotto una buona Stella 

Nata sotto una buona stella - Gessica Notaro - ebook 

domenica 19 ottobre 2025

Gabriella Greison – Ucciderò il gatto di Schrodinger (ed. Mondadori)

 

Alice ha ventotto anni e vive in un equilibrio instabile. Ha studiato fisica e insegna, ma il suo approccio alla vita non si allinea con le rigide regole del sistema scolastico. Questo porta a una crisi profonda, che si trasforma rapidamente in un tormento esistenziale: la sensazione di non appartenere, né come insegnante né come persona.

In questa solitudine, emerge un interlocutore inaspettato: Erwin Schrödinger. Inizialmente solo un poster appeso nella sua stanza, poi diventa una presenza costante nei suoi sogni, fino a trasformarsi in un compagno di conversazioni, un amico immaginario con cui confrontarsi. È attraverso questi dialoghi che Alice riscopre la fisica quantistica, non come una materia astratta, ma come un linguaggio per esplorare la vita.

Il romanzo alterna riflessioni personali e divulgazione scientifica. Accanto alla voce di Alice, si affacciano figure che hanno segnato la storia del pensiero e dell’innovazione: Einstein, Ada Lovelace, Hedy Lamarr, Planck, Dyson, Susskind. Non sono solo citazioni colte: diventano presenze che illuminano il cammino di ricerca della protagonista.

In fondo, "Ucciderò il gatto di Schrödinger" è la storia di una donna che cerca di risolvere un enigma, quello del famoso gatto, sospeso tra vita e morte, e nel farlo racconta se stessa e ci introduce alla fisica. L’operazione ricorda, in un certo senso, "Il mondo di Sofia": non è un saggio, né un romanzo in senso stretto, ma un ibrido che utilizza la narrazione per aprire porte alla conoscenza.

È un libro che divide: c’è chi amerà Alice per la sua eccentricità e chi la troverà scomoda, forse persino irritante. Ma è proprio in questa imperfezione che risiede la sua forza: un personaggio vivo, autentico, che costringe il lettore a prendere posizione.

Se state cercando una trama semplice e rassicurante, probabilmente questo romanzo non fa per voi. Ma se siete in cerca di una storia che mescoli pensiero scientifico e inquietudine esistenziale, con un tocco di leggerezza e un pizzico di follia, allora vale davvero la pena di immergersi in essa.

Gabriella Greison – Ucciderò il gatto di Schrodinger (ed. Mondadori)

Frasi sottolineate

La conoscenza è sempre meglio dell’ignoranza.

Abbiate paura dell’enormità del possibile.

«Il segreto è il cambiamento» … «Non stare dove non puoi fiorire. Corri, cerca la tua prateria dove esprimerti…»

La Seconda equazione di Schrödinger: ogni essere è un solo essere. L’universo sei tu. L’universo sono io.

«Sono gli errori che ci fanno crescere, sono gli sbagli che ci fanno migliorare, sono le sciocchezze che fanno capire, sono i baratri che ci fanno risorgere, sono gli abissi che ci fanno volare!»

«Dunque se vuoi essere immortale, devi essere vitale, studiare, lavorare e operare per lasciare un segno, fai qualcosa che ti cambi la vita, e che cambi la vita di altri, qualcosa che sia il più longevo possibile, affinché la vita vinca sulla morte. Vincere sul tempo, è una sfida. Sta a te. Grazie.»

 

Ucciderò il gatto di Schrödinger - Gabriella Greison - copertina 

domenica 5 ottobre 2025

Alberto Simone – La felicità sul comodino (ed. Tea)

 Ci sono libri che non richiedono di essere letti dall’inizio alla fine. Non hanno un intreccio complesso, una trama avvincente o colpi di scena. Sono libri che devono essere aperti a caso, magari la sera prima di andare a letto, o in un pomeriggio qualsiasi oppure quando hai bisogno di una pausa. E lì, in una pagina qualsiasi, trovi la frase che ti serve. 
"La felicità sul comodino" di Alberto Simone rientra proprio in questa categoria. È una raccolta di testi brevi, al massimo due pagine ciascuna. Piccole gemme di semplicità. A volte, se lette distrattamente, possono sembrare scontate. Ma è solo un’impressione. Perché quando le leggi nel momento giusto, assumono un significato diverso. Le parole sono lì, stampate su carta, e hanno il potere di arrivare esattamente quando ne hai bisogno. 
Simone non cerca di offrire formule magiche, né promette scorciatoie. Anzi, lo chiarisce subito: 
“... non sarò io a fare tutto al posto vostro. Come chi ha esplorato un territorio sconosciuto, posso darvi indicazioni e persino una mappa. Ma il viaggio dovete farlo voi, in prima persona.” 
Questo è il cuore del libro: un compagno di viaggio che indica la strada, senza mai sostituirsi al lettore. 
Tra i vari capitoli, uno spicca in particolare: "La felicità nascosta". Qui l’autore ci ricorda che la felicità non si trova quasi mai nei grandi eventi, ma nelle piccole cose quotidiane. In un gesto, in una parola, nello sguardo che di solito non notiamo. 
"La felicità sul comodino" non è un manuale di psicologia né un saggio teorico. È piuttosto un libro da tenere vicino, da aprire quando ne hai bisogno. Perché certe frasi non cambiano la vita all’istante, ma hanno la forza di insinuarsi dentro di noi e lavorare lentamente. 
E, a volte, è proprio questo che ci serve: non una rivelazione, ma una voce amica che ci ricordi la strada.

Alberto Simone – La felicità sul comodino (ed. Tea) 

 

La felicità sul comodino. Piccoli segreti per vivere meglio ogni giorno - Alberto Simone - copertina 

domenica 28 settembre 2025

Andrea Scanzi – La sciagura (ed. PaperFIRST)

 

Dopo i libri su Salvini e Renzi, Andrea Scanzi torna con "La sciagura. Giorgia Meloni e il suo governo disastroso." Un titolo che non lascia spazio a interpretazioni: l’autore esplora la figura della prima presidente del Consiglio donna in Italia con lo stesso stile diretto che ha caratterizzato i suoi lavori precedenti, quello di un giornalista che mette in fila fatti, parole e contraddizioni.

Il cuore del libro è chiaro e ineludibile: la politica, troppo spesso, si rivela un’arte dell’incoerenza. Scanzi non si limita a esprimere un’opinione; fa qualcosa di più fondamentale: ricorda. Riporta dichiarazioni, promesse, proclami, e poi dimostra come quelle stesse parole siano state smentite dalla realtà. Non è un’analisi accademica né un trattato politico, ma piuttosto un esercizio di memoria.

Lo stile è scorrevole: capitoli brevi, ritmo incalzante, e un’ironia tagliente. Ci si ritrova a sorridere, a volte a ridere, ma è un riso che lascia un retrogusto amaro. Perché, dietro la satira, si percepisce una fragilità del potere e una distanza tra la retorica politica e la vita di tutti i giorni.

Naturalmente, ci sono dei limiti. Chi cerca proposte concrete o riflessioni sistematiche su riforme e strategie di governo potrebbe rimanere deluso. "La sciagura" non è questo. È piuttosto un atto d’accusa chiaro, che costringe il lettore a confrontarsi con le incoerenze del presente.

E forse è proprio qui che risiede la sua forza. In un’epoca di rapida dimenticanza, ricordare diventa un atto politico. Un modo semplice, ma necessario, per chiedere conto a chi ci governa. 

 

Frasi sottolineata

Ci fosse una volta che dicano: “Vi abbiamo promesso di tutto in campagna elettorale perché sapevamo che per vincere dovevamo prendervi in giro, e tutto sommato ci è venuto proprio bene. È stato persino facile. E adesso? Be’, adesso vi attaccate al tram. E non solo al tram”. Sarebbe forse brutale e indelicato, ma se non altro – per una volta – apprezzerei la schiettezza. 

Andrea Scanzi – La sciagura (ed. PaperFIRST) 

 

...Continuavano a chiamarla sciagura. Nuovo diario tragicomico del governo Meloni - Andrea Scanzi - copertina 

domenica 21 settembre 2025

Björn Larsson - La lettera di Gertrud (trad. Katia De Marco. ed. Iperborea)

 

Immaginate un giorno vi svegliate e scoprite che la storia della vostra famiglia, quella su cui avete costruito la vostra identità e le vostre certezze, si rivela essere una grande menzogna ben custodita. È questo il tema centrale de "La lettera di Gertrud", un romanzo di Björn Larsson pubblicato da Iperborea.

Il protagonista, Martin Brenner, è un genetista, un uomo di scienza e un ateo convinto. La sua vita è ben organizzata, tra lavoro, moglie e figlia. Alla morte della madre tutto cambia quando, una lettera lo catapulta in una nuova realtà: la donna che lo ha cresciuto non si chiamava Maria, ma Gertrud. Non era cattolica, come lui aveva sempre creduto, ma ebrea. E, cosa ancor più scioccante, era sopravvissuta ad Auschwitz.

Questa rivelazione mette in discussione ogni sua certezza. Martin si trova a vivere una crisi profonda: cosa significa ora essere figlio di una sopravvissuta? Cosa significa avere origini ebree? Come affrontare la verità con le persone che ama, con i colleghi, e persino con se stesso? È meglio rimanere in silenzio o ricostruire la propria vita partendo da una verità che arriva troppo tardi?

Larsson esplora questi dilemmi con uno stile sobrio, quasi clinico, ma non privo di emozione. Alterna la tensione narrativa a riflessioni sul significato dell'identità, sul peso delle origini e sulla libertà, reale o presunta, di scegliere chi vogliamo essere. Ne risulta un libro che è al contempo una storia familiare, una meditazione filosofica e un monito civile contro ogni forma di pregiudizio.

"La lettera di Gertrud" è un romanzo che lascia aperte molte domande, proprio come i migliori libri. Non offre risposte facili, e forse è proprio questo il suo valore più grande: ci spinge a guardare dentro di noi e a chiederci quanto di ciò che siamo sia davvero una scelta e quanto, invece, un'eredità dalla quale non possiamo scappare.

Frasi sottolineate

Il difficile non è credere, ma sapere.

è necessario parlare con i propri nemici, leggere i loro scritti, imparare il loro linguaggio, per capire come ragionano. Intavolare un dialogo però è più rischioso che restare in disparte, perché rivelando la propria indentità ci si apre all’avversario, che a sua volta può capire come ragioniamo, cosa sogniamo, di cosa abbiamo paura, che valori difendiamo. Ma è rischioso anche perché ci si apre al cambiamento: si mettono alla prova le proprie convinzioni e le proprie verità.

“La vita è sacra, in senso laico, e inviolabile proprio perché ciascuno di noi ne ha una sola da vivere.”

 La lettera di Gertrud – Björn Larsson

La lettera di Gertrud - Björn Larsson - copertina 

domenica 14 settembre 2025

Anthony Burgess – Arancia Meccanica (trad. Marco Rossari, ed. Einaudi, Super ET)

Ci sono libri che non si limitano a raccontare una storia, ma ci costringono a confrontarci con domande scomode. "Arancia Meccanica", pubblicato nel 1962 da Anthony Burgess, è uno di questi. Il protagonista, Alex, è un quindicenne carismatico e spietato, che trascorre le notti tra furti, aggressioni e violenze. È sia repellente che affascinante. Burgess gli affida la narrazione in prima persona e crea per lui un linguaggio unico, una miscela di lingue e parole reinventate. Inizialmente disorienta, ma presto diventa familiare, costringendo il lettore a vedere il mondo attraverso gli occhi di Alex.

La trama è solo un pretesto. La domanda sottintesa dall'inizio alla fine: è meglio un uomo libero di scegliere il male o una creatura incapace di compiere il male perché privata della propria volontà? Burgess non offre risposte facili. Ci mette di fronte all'ambiguità della libertà e al costante rischio che una società possa cercare di sopprimerla in nome dell'ordine.

Dopo l'ennesimo crimine, Alex finisce in carcere. Qui gli viene proposta la cura Ludovico, una terapia sperimentale che lo costringe a guardare filmati di violenza fino a sviluppare un disgusto istintivo per ogni atto aggressivo. Non si tratta di una guarigione, ma di una manipolazione. Una forma di violenza più sottile, che si traveste da rieducazione.

"Arancia Meccanica" non è un libro facile. Le scene crude possono disturbare, e il linguaggio inventato richiede un po' di pazienza. Ma è proprio questa sfida che lo rende un'esperienza unica. È un romanzo che interroga, che invita a guardarsi dentro, che mette il lettore di fronte a uno specchio scomodo. Un classico che non invecchia, perché le domande che solleva, sulla libertà, sul potere e sulla manipolazione, rimangono, oggi più che mai, terribilmente attuali.

Anthony Burgess – Arancia Meccanica

Arancia meccanica - Anthony Burgess - copertina 

 

 

domenica 7 settembre 2025

Franco Lorenzoni – I bambini ci guardano (ed. Sellerio editore Palermo)

 

Una scuola che pensa, ascolta e resiste al vento contrario

"I bambini ci guardano" di Franco Lorenzoni non si tratta di un saggio accademico, né di un manuale, e nemmeno di un diario scolastico nel senso più stretto del termine. È qualcosa di unico, e forse più prezioso è un racconto sincero e autentico di un insegnante che ha scelto di praticare un’educazione diversa, attenta e lenta. Una scuola che non si lascia trascinare dalle mode didattiche, ma si ferma ad ascoltare.

Lorenzoni non offre risposte facili. Non dà formule preconfezionate. Al contrario, si muove con l’umiltà di chi sa che l’educazione non è una scienza esatta. Apre spazi, pone domande e invita a riflettere. E i bambini rispondono: con parole che sorprendono, emozionano e spesso disarmano per la loro chiarezza.

Si affrontano temi importanti: migrazioni, guerre, giustizia, libertà, ma lo si fa dal punto di vista di una classe elementare. E funziona. Perché Lorenzoni crede davvero che anche i più piccoli possano confrontarsi con le questioni fondamentali della vita. Non per semplificarle, ma per guardarle con occhi nuovi. Più liberi, meno condizionati.

In questo viaggio, l’autore intreccia filosofia, storia, matematica, arte e teatro con naturalezza. Senza forzature. Perché la conoscenza non è divisa in compartimenti stagni, e l’intelligenza fiorisce proprio nei punti di contatto tra le diverse discipline.

La scuola descritta in questo libro non è perfetta, ma è viva. È una scuola che sbaglia, che sperimenta e che si mette in discussione. Ed è proprio per questo che riesce a educare davvero: non forma allievi obbedienti, ma cittadini pensanti. "I bambini ci guardano" è anche una dichiarazione civile. Contro la scuola che costruisce ponti e non barriere.

I bambini ci guardano. Una esperienza educativa controvento

I bambini ci guardano. Una esperienza educativa controvento - Franco Lorenzoni - copertina