Ci sono momenti in cui la vita sembra seguire un meccanismo strano: desideriamo fare un passo avanti, ma qualcosa, spesso un’ombra che conosciamo fin troppo bene, ci frena. È il regno del “vorrei ma non posso”, un luogo popolato da paure sottili e da blocchi che costruiamo noi stessi. Roberta Milanese, nel suo libro L’ingannevole paura di non essere all’altezza, parte proprio da qui. L’autrice osserva con uno sguardo chiaro e compassionevole come quella sensazione di non essere all’altezza non derivi da reali incapacità, ma da tentativi goffi di proteggerci: il perfezionismo che diventa una gabbia, l’ipercontrollo che ci sfugge di mano, il bisogno di conferme che si moltiplica senza mai essere sufficiente. Un mosaico di abitudini mentali che, invece di salvarci, ci intrappola. Milanese non si perde in teorie astratte. Preferisce la concretezza delle storie, quegli esempi che brillano come lampi nella notte. Mostra persone che arrivano in terapia con il passo incerto di chi teme di non essere all’altezza. Sono donne e uomini a cui la paura ha rubato la libertà, finendo per scivolare in un gorgo silenzioso. Ed è proprio attraverso le domande giuste, quelle che rompono gli automatismi e le convinzioni radicate, che l’autrice racconta come queste persone riescano lentamente a trovare un appiglio, un punto da cui ricominciare a respirare. Il merito maggiore del libro risiede in questa apparente semplicità. Milanese guida il lettore senza pretese di superiorità, con uno stile chiaro che non sacrifica la profondità. Ogni esempio clinico è una scena fondamentale, costruita con l’economia narrativa di chi sa che la verità delle cose non ha bisogno di effetti speciali.
Le soluzioni che vengono proposte non sembrano affatto delle imposizioni dall’alto, ma piuttosto dei percorsi che si svelano gradualmente, un po’ come fa un investigatore che, dopo aver osservato a lungo, inizia finalmente a mettere a fuoco la situazione. E ciò che riesce a vedere è la concreta possibilità di un cambiamento. Certo, chi si aspetta un trattato teorico potrebbe rimanere sorpreso dalla natura divulgativa del testo. Ma sarebbe un errore di valutazione. Infatti, il libro non cerca di convincere attraverso l’autorità di un linguaggio specialistico; piuttosto, desidera aprire nuove prospettive, suggerire modi di pensare diversi e far intravedere un’uscita dove prima c’era solo un muro. In sostanza, L’ingannevole paura di non essere all’altezza è un piccolo manuale che aiuta a distaccarsi dalle trappole interiori, scritto con la precisione e la cura di chi conosce bene sia le ferite che le risorse delle persone. È un invito gentile, e per questo ancora più potente, a smettere di dire “non posso” quando il vero ostacolo non è il mondo esterno, ma il modo in cui lo percepiamo.
Frasi sottolineate
Solo «evitando di evitare» quello che la vita ci propone, possiamo metterci alla prova e sviluppare le nostre capacità. L’autostima si guadagna sul campo dimostrando a noi stessi che siamo in grado di fare concretamente, non è un dono del cielo.


