domenica 23 novembre 2025

Haruki Murakami – Uomini senza donne (trad. Antonietta Pastore - ed. Einaudi)

"Uomini senza donne" è un libro d'amore e mistero raccontato con delicatezza che solo Haruki Murakami sa fare. Il libro è una raccolta di sette racconti che si avvicinano a te in punta di piedi e, senza che tu te ne accorga, mettono ordine, o disordine, nei tuoi pensieri.

Al centro di tutto, un tema che sembra semplice: la solitudine maschile. Non quella solitudine che fa rumore e si fa notare, ma quella più sottile, che si insinua nelle crepe della vita. Murakami la racconta con uno stile chiaro e misurato, ma capace di toccare il surreale. È il suo modo di farci capire che, se guardiamo bene, la realtà non è mai completamente razionale.

I protagonisti sono uomini comuni, di quella quotidianità che spesso nasconde dolori silenziosi, mancanze difficili da spiegare e domande senza risposta. La perdita, che sia dell’amore, della fiducia o della propria identità, è il filo conduttore delle storie. Murakami osserva senza giudicare, lasciando che i personaggi si muovano liberamente, con la discrezione di chi sa che nessuno può davvero comprendere cosa accade dentro un altro.

La raccolta si snoda attraverso episodi, ognuno con la sua particolare temperatura emotiva:

Un attore che, conversando con la sua autista, affronta il tradimento della moglie e l’incontro ambiguo con l’ultimo amante di lei.

Due studenti, un universitario e un ronin, alle prese con un triangolo affettivo che si rivela più un esercizio di autoinganno che una vera storia d’amore.

Un giovane innamorato di una donna sposata che si interroga, con sorprendente semplicità: “Che cosa sono io?”

Habara, costretto a vivere in isolamento, che riceve visite regolari da una misteriosa “addetta al collegamento”, pronta a offrirgli sesso e racconti enigmatici.

Kino, un uomo lasciato dalla moglie, che sembra accettare tutto con una calma apparente. Una calma che, come spesso accade, nasconde molto più di quanto mostra.

Immaginate Gregor Samsa, reinterpretato da Murakami, che si risveglia in una stanza vuota, privo di memoria: un tributo a Kafka che si trasforma in una metafora della frantumazione dell’identità.

Il racconto conclusivo, Uomini senza donne, racchiude il significato profondo dell’intera raccolta: cosa rimane quando una donna che abbiamo amato svanisce dalla nostra vita.


Murakami non ci offre risposte facili né consolazioni. Ci invita a guardare la vulnerabilità emotiva maschile senza pregiudizi, con la lucidità di chi comprende che, a volte, il dolore più intenso è quello che non si fa sentire.


Frasi sottolineate

Misaki abbassò il vetro e con l’accendisigari della macchina si accese la Marlboro. Aspirò profondamente il fumo, gli occhi socchiusi. Lo tenne per un po’ nei polmoni, poi lo soffiò lentamente fuori dal finestrino.

– Potrebbe esserle fatale, lo sa? – le disse Kafuku.

– Be’, se è per questo, la vita stessa è un rischio fatale.


I ricordi cambiano di continuo, è inevitabile.


Non c’è operazione estetica che possa alzare le capacità intellettive di una persona.


Amare significa proprio questo. Si perde il controllo del proprio cuore, si ha l’impressione di venire travolti da una forza irragionevole.

Uomini senza donne - Haruki Murakami - copertina 

 

domenica 16 novembre 2025

Tim Marshall – Le 10 mappe che spiegano il mondo (trad. Roberto Merlini ed. Garzanti)

 

“Le 10 mappe che spiegano il mondo” di Tim Marshall – Quando la geografia diventa destino

Ci sono idee che sembrano ovvie solo dopo che qualcuno ha avuto il coraggio di esprimerle chiaramente. Tim Marshall, giornalista e analista politico, mette in evidenza una di queste nel suo libro "Le 10 mappe che spiegano il mondo": la geografia non è solo uno sfondo, ma una vera e propria protagonista della storia umana.

Attraverso dieci mappe, Russia, Cina, Stati Uniti, Europa, Africa, Medio Oriente, India e Pakistan, Corea e Giappone, America Latina e Artico, Marshall ci offre un racconto che intreccia la concretezza della terra con la complessità della politica. Montagne, fiumi, deserti e coste diventano personaggi con una volontà propria, capaci di influenzare decisioni, guerre e alleanze.

Il lettore è guidato in un viaggio che è sia narrativo che analitico. Così, si scopre la Russia e la sua incessante ricerca di un porto che non geli; la Cina, spinta verso il mare più per necessità strategica che per ambizione; gli Stati Uniti, protetti dagli oceani ma segnati da fratture interne; l’Africa, intrappolata in confini tracciati da mani che non conoscevano il continente.

Marshall ci ricorda che il presente è il risultato del passato, e che il passato, a sua volta, è influenzato dalla geografia. È una visione deterministica, certo, ma non rigida: il terreno influisce, orienta e costringe, ma lascia anche spazio alla libertà e all’imprevedibilità umana.

La forza del libro è nella sua chiarezza. Affronta i temi complessi di geopolitica, l'autore sa raccontare le difficoltà senza perderne la profondità. È un saggio, ma si legge come un racconto.

In un'epoca in cui l'informazione è dispersa e la complessità può intimorire, "Le 10 mappe che spiegano il mondo" ci invita a dare un nuovo sguardo alle mappe, a riflettere con la mente e con gli occhi. E ci ricorda che, prima di discutere di ideologie o strategie, dovremmo prestare attenzione al terreno su cui camminiamo.

 Le 10 mappe che spiegano il mondo – Tim Marshall

Le 10 mappe che spiegano il mondo - Tim Marshall - copertina 

domenica 9 novembre 2025

Andrea Delogu – Dove finiscono le parole (ed. Rai libri)

 

Ci sono storie che non nascono per insegnare, eppure riescono a farlo con una naturalezza sorprendente. "Dove finiscono le parole. Storia semiseria di una dislessica" di Andrea Delogu è proprio una di queste. Questo libro parla di lettura, scuola, crescita, ma soprattutto di accettazione.

Delogu condivide la sua esperienza con la dislessia in modo così sincero e diretto che sorprende. Da bambina, le lettere le apparivano come “segni indecifrabili e oscuri”, un labirinto in cui ogni parola diventava una vera e propria sfida. In un periodo in cui la dislessia non era ancora riconosciuta o compresa, chi faticava a leggere veniva spesso etichettato come svogliato o distratto. Lei era una di quelle bambine.

Nel libro, Andrea ripercorre la sua infanzia e adolescenza, fino all'età adulta, quando finalmente riceve la diagnosi. È un momento che cambia tutto: non perché le difficoltà svaniscano, ma perché finalmente hanno un nome, un significato, una spiegazione. E a volte, questo è tutto ciò che serve per iniziare a guardarsi con più gentilezza.

Dietro l'immagine pubblica della conduttrice brillante e sorridente, si nasconde una donna che ha dovuto combattere contro un sistema scolastico impreparato, ma anche contro se stessa e l'idea di “non essere abbastanza”. La scrittura di Delogu è diretta, ironica e mai vittimista. Forse è proprio questa leggerezza che le consente di affrontare un tema così complesso senza gravità.

"Dove finiscono le parole" non è solo un memoir: è una piccola dichiarazione d’amore per le diversità, un messaggio di incoraggiamento per chi affronta difficoltà di apprendimento o, più in generale, per chi ha mai sentito di non essere “alla pari” con gli altri.

Alla fine, rimane l’eco di una frase non scritta ma percepita: non sei tu a essere sbagliato, è il mondo, spesso, a non aver ancora imparato a leggerti.

Andrea Delogu – Dove finiscono le parole (ed. Rai libri) 

Dove finiscono le parole. Storia semiseria di una dislessica - Andrea Delogu - copertina 

domenica 2 novembre 2025

Frank Gramuglia – Il taccuino della vergogna (ed. 96 Rue de-La-Fontaine Edizioni)

Ci sono libri che non cercano di compiacere. Non si sforzano di essere “carini” o di offrire consolazione. Il taccuino della vergogna di Frank Gramuglia è uno di quei libri che ti pongono di fronte alla realtà, senza filtri e con un’ironia amara che sa di verità.

Il protagonista, Federico, è un uomo disincantato, cinico e insofferente. Osserva il mondo da una certa distanza, forse per proteggersi. Le sue relazioni, con le donne, con gli amici, con il lavoro, non sono mai davvero solide, eppure portano con sé la forza delle cose autentiche. Federico ama il sesso, disprezza la monogamia e sembra incapace di fermarsi. Ma dietro la sua ironia e il linguaggio crudo e disinvolto, si nasconde una malinconia profonda: quella di chi fatica a trovare il proprio posto nel mondo.

Gramuglia racconta questa storia, o meglio, questa serie di frammenti di vita, in prima persona, con uno stile asciutto e diretto. Non ci sono abbellimenti, né l’intento di costruire una trama nel senso classico. È un racconto per istantanee: momenti, pensieri, riflessioni e le frustrazioni quotidiane.

Il risultato è un mosaico disordinato ma vibrante, in cui ci si può facilmente riconoscere, soprattutto se si appartiene a quella generazione che lavora tanto, guadagna poco e spesso si sente “presa in giro dalla vita”.

Il linguaggio è volutamente ruvido, a tratti quasi sgraziato, ma sempre sincero. Gramuglia non cerca la frase perfetta, ma quella vera. E questa verità, anche quando è scomoda, arriva. Arriva con forza.

Non sorprende che qualcuno abbia definito il suo stile “realismo sporco”: racconta il mondo per quello che è, senza maschere, e lo fa con una voce che sa essere ironica, graffiante, ma anche profondamente umana.

Chi conosce Frank Gramuglia per il suo lavoro da influencer riconoscerà in queste pagine la stessa incisività con cui, sui social, ha smontato le ipocrisie del mondo del lavoro e della società. Ma Il taccuino della vergogna va oltre: qui si esplora una dimensione più intima e vulnerabile. È come se, dietro il sarcasmo, si aprisse una finestra sull’autenticità, quel momento in cui la battuta cede il passo alla verità.

È un libro che può suscitare opinioni contrastanti. C’è chi lo troverà eccessivo, duro, persino sgradevole. E chi, al contrario, lo percepirà come necessario. Perché non cerca di consolare, ma di esprimere le cose per come sono. E a volte, è proprio da questo punto che inizia la vera comprensione.


Frasi sottolineate

«Vedi Ale, spesso a causa di amici e parenti che non vogliono essere spietati, la gente spreca le proprie vite illudendosi di qualcosa che non esiste.

Davo molta importanza all’amicizia. Era più sincera dell’amore perché non c’era di mezzo il sesso. Era in qualche modo disinteressata, l’amicizia.

Il tempo aggiustava sempre tutto. Era il miglior riparatore dei legami. Nessuno era esattamente lo stesso una volta che fosse passato il giusto quantitativo di tempo.

 Frank Gramuglia – Il taccuino della vergogna

Il taccuino della vergogna - Frank Gramuglia - copertina 

domenica 26 ottobre 2025

Gessica Notaro – Nata sotto una buona Stella (ed. Mondadori)

 

Ci sono storie che conosciamo già, almeno a grandi linee. Storie di cronaca, raccontate e consumate dai media, che rischiano di ridursi a una data, a un volto, a una tragedia. Quella di Gessica Notaro è una di queste. Eppure, in "Nata sotto una buona stella", la sua voce riesce a restituire profondità e verità a ciò che spesso è stato solo un rumore di fondo.

Gessica racconta la sua vita con una sincerità disarmante. Dalla perdita precoce del fratello, del padre, alla passione per l’equitazione e per gli animali, un amore che la accompagna per tutta la vita, fino a quella relazione sbagliata, lenta e tossica, che si trasforma in una prigione. All’inizio c’è l’amore, o qualcosa che gli somiglia. Poi arrivano i segnali disfunzionali, i piccoli abusi quotidiani che erodono la libertà. Lei non li riconosce subito. Lui stringe un cappio invisibile, fatto di parole, di controllo, di paura. Fino a quando la violenza esplode in tutta la sua ferocia.

Con il senno di poi, è facile giudicare. Ma Gessica, in queste pagine, non chiede giudizio. Chiede comprensione, consapevolezza. Racconta per mettere in guardia chi si riconosce nelle stesse dinamiche e per tendere una mano a chi non riesce ancora a liberarsi, o a chi ce l’ha fatta ma fatica a ritrovarsi.

Il libro non è un catalogo di dolore. È piuttosto un diario di rinascita, un viaggio interiore che attraversa la violenza, la fede, la paura, fino alla possibilità di ricominciare. Scrivendo, Gessica compie un atto di coraggio doppio: rivive la ferita e, allo stesso tempo, la trasforma in testimonianza.

Gessica Notaro – Nata sotto una buona Stella 

Nata sotto una buona stella - Gessica Notaro - ebook 

domenica 19 ottobre 2025

Gabriella Greison – Ucciderò il gatto di Schrodinger (ed. Mondadori)

 

Alice ha ventotto anni e vive in un equilibrio instabile. Ha studiato fisica e insegna, ma il suo approccio alla vita non si allinea con le rigide regole del sistema scolastico. Questo porta a una crisi profonda, che si trasforma rapidamente in un tormento esistenziale: la sensazione di non appartenere, né come insegnante né come persona.

In questa solitudine, emerge un interlocutore inaspettato: Erwin Schrödinger. Inizialmente solo un poster appeso nella sua stanza, poi diventa una presenza costante nei suoi sogni, fino a trasformarsi in un compagno di conversazioni, un amico immaginario con cui confrontarsi. È attraverso questi dialoghi che Alice riscopre la fisica quantistica, non come una materia astratta, ma come un linguaggio per esplorare la vita.

Il romanzo alterna riflessioni personali e divulgazione scientifica. Accanto alla voce di Alice, si affacciano figure che hanno segnato la storia del pensiero e dell’innovazione: Einstein, Ada Lovelace, Hedy Lamarr, Planck, Dyson, Susskind. Non sono solo citazioni colte: diventano presenze che illuminano il cammino di ricerca della protagonista.

In fondo, "Ucciderò il gatto di Schrödinger" è la storia di una donna che cerca di risolvere un enigma, quello del famoso gatto, sospeso tra vita e morte, e nel farlo racconta se stessa e ci introduce alla fisica. L’operazione ricorda, in un certo senso, "Il mondo di Sofia": non è un saggio, né un romanzo in senso stretto, ma un ibrido che utilizza la narrazione per aprire porte alla conoscenza.

È un libro che divide: c’è chi amerà Alice per la sua eccentricità e chi la troverà scomoda, forse persino irritante. Ma è proprio in questa imperfezione che risiede la sua forza: un personaggio vivo, autentico, che costringe il lettore a prendere posizione.

Se state cercando una trama semplice e rassicurante, probabilmente questo romanzo non fa per voi. Ma se siete in cerca di una storia che mescoli pensiero scientifico e inquietudine esistenziale, con un tocco di leggerezza e un pizzico di follia, allora vale davvero la pena di immergersi in essa.

Gabriella Greison – Ucciderò il gatto di Schrodinger (ed. Mondadori)

Frasi sottolineate

La conoscenza è sempre meglio dell’ignoranza.

Abbiate paura dell’enormità del possibile.

«Il segreto è il cambiamento» … «Non stare dove non puoi fiorire. Corri, cerca la tua prateria dove esprimerti…»

La Seconda equazione di Schrödinger: ogni essere è un solo essere. L’universo sei tu. L’universo sono io.

«Sono gli errori che ci fanno crescere, sono gli sbagli che ci fanno migliorare, sono le sciocchezze che fanno capire, sono i baratri che ci fanno risorgere, sono gli abissi che ci fanno volare!»

«Dunque se vuoi essere immortale, devi essere vitale, studiare, lavorare e operare per lasciare un segno, fai qualcosa che ti cambi la vita, e che cambi la vita di altri, qualcosa che sia il più longevo possibile, affinché la vita vinca sulla morte. Vincere sul tempo, è una sfida. Sta a te. Grazie.»

 

Ucciderò il gatto di Schrödinger - Gabriella Greison - copertina 

domenica 5 ottobre 2025

Alberto Simone – La felicità sul comodino (ed. Tea)

 Ci sono libri che non richiedono di essere letti dall’inizio alla fine. Non hanno un intreccio complesso, una trama avvincente o colpi di scena. Sono libri che devono essere aperti a caso, magari la sera prima di andare a letto, o in un pomeriggio qualsiasi oppure quando hai bisogno di una pausa. E lì, in una pagina qualsiasi, trovi la frase che ti serve. 
"La felicità sul comodino" di Alberto Simone rientra proprio in questa categoria. È una raccolta di testi brevi, al massimo due pagine ciascuna. Piccole gemme di semplicità. A volte, se lette distrattamente, possono sembrare scontate. Ma è solo un’impressione. Perché quando le leggi nel momento giusto, assumono un significato diverso. Le parole sono lì, stampate su carta, e hanno il potere di arrivare esattamente quando ne hai bisogno. 
Simone non cerca di offrire formule magiche, né promette scorciatoie. Anzi, lo chiarisce subito: 
“... non sarò io a fare tutto al posto vostro. Come chi ha esplorato un territorio sconosciuto, posso darvi indicazioni e persino una mappa. Ma il viaggio dovete farlo voi, in prima persona.” 
Questo è il cuore del libro: un compagno di viaggio che indica la strada, senza mai sostituirsi al lettore. 
Tra i vari capitoli, uno spicca in particolare: "La felicità nascosta". Qui l’autore ci ricorda che la felicità non si trova quasi mai nei grandi eventi, ma nelle piccole cose quotidiane. In un gesto, in una parola, nello sguardo che di solito non notiamo. 
"La felicità sul comodino" non è un manuale di psicologia né un saggio teorico. È piuttosto un libro da tenere vicino, da aprire quando ne hai bisogno. Perché certe frasi non cambiano la vita all’istante, ma hanno la forza di insinuarsi dentro di noi e lavorare lentamente. 
E, a volte, è proprio questo che ci serve: non una rivelazione, ma una voce amica che ci ricordi la strada.

Alberto Simone – La felicità sul comodino (ed. Tea) 

 

La felicità sul comodino. Piccoli segreti per vivere meglio ogni giorno - Alberto Simone - copertina